L’unità 29155 e La Repubblica Ceca

Benedetto Palombo - 14/03/2021

L’”Unità 29155”, unità segreta appartenente all’Intelligence militare russa [Гла́вное разве́дывательное управле́ние, ovvero il “Direttorato principale per l’informazione”, il cui acronimo èГРУ”, ovvero “GRU”] opera in Europa almeno dal 2008, ma il “grande pubblico” ha appreso della sua esistenza solo intorno al 2018. Secondo i servizi di Intelligence occidentali, è dietro diversi attacchi ai danni di Stati europei, miranti a destabilizzare, per l’appunto, l’Europa.

Se la Repubblica Ceca avesse ragione, l’esplosione del 2014 di un deposito di armi sul proprio territorio – costata la vita a due persone, la distruzione del deposito e dei boschi contigui – diventerebbe un’altra voce nel registro nero dei misfatti di questa unità sul suolo europeo.

La scorsa settimana, Praga ha rivelato di essere in possesso di prove che confermerebbero la responsabilità dell’Intelligence russa dietro l’esplosione. Ciò ha portato all’espulsione di 18 diplomatici russi con l’accusa di spionaggio. La Federazione russa ha rimandato al mittente le accuse e ha espulso, a sua volta, 20 dipendenti dell’ambasciata ceca a Mosca.

Praga si sta preparando per presentare le prove della responsabilità dei Servizi russi nell’esplosione al prossimo Consiglio europeo dei Ministri degli Esteri.

Dall’affaire Sergei Skripal, media come il sito di indagine Bellingcat o la rivista tedesca Der Spiegel e le Autorità di diversi paesi – in particolare il Regno Unito, la Svizzera e la Bulgaria – sono riusciti a collegare diversi eventi tragici – all’apparenza scollegati l’uno dall’altro – con le attività dell’”Unità 29155”.

Questi agenti sono sospettati di aver organizzato un’operazione di destabilizzazione politica in Moldova nel 2016, di aver partecipato attivamente a un tentativo di colpo di stato pro-serbo in Montenegro nello stesso anno e di aver tentato due volte di avvelenare un mercante di armi ostile a Mosca, in Bulgaria, nel 2015.

Le spie dell’”Unità 29155” sono state avvistate anche dalle Autorità spagnole durante le manifestazioni del 2017 per l’indipendenza della Catalogna. Secondo un sondaggio di Le Monde[1], pubblicato a dicembre 2019, avrebbero addirittura stabilito una “base di retroguardia” per le loro operazioni in Alta Savoia.

Si ha tutta l’impressione di essere in presenza di una cellula ultra mobile, capace di essere mobilitata in qualsiasi momento per colpire ovunque dietro ordine di Mosca. Questi agenti sono stati descritti dal New York Times[2]  come “soldati d’élite”, oltre che esperti nella pratica dell’assassinio mirato, come pure nelle operazioni di propaganda politica, che formerebbero l’ala armata della “campagna di destabilizzazione dell’Europa” da parte di Mosca.

Si tratta, ovviamente, di soldati molto ben addestrati, provenienti tutti dallo “Spetsnaz”, ovvero le Forze speciali russe. La maggior parte si è distinta durante le guerre in Cecenia o durante l’invasione dell’Ucraina nel 2014.

Ma è anche una cellula molto piccola. Sono una ventina, gli stessi dalla creazione dell’”Unità”, che risale probabilmente al 2008.

Dunque, sarebbe un’unità specializzata nei sabotaggi e gli assassinî, responsabile del “lavoro sporco”.

In altre parole, Mosca li coinvolge solo quando il risultato conta più delle modalità per raggiungerlo. A differenza degli agenti dell’FSB, principale successore del famoso KGB, o dell’SVR (l’equivalente russo della CIA), rinomati per la loro discrezione, i membri dell’”Unità 29155” non hanno “raffinatezza” operativa, ma fanno tutto il possibile per raggiungere il loro obiettivo, anche se ciò significa, appunto, avere un modus operandi “rozzo”.

A causa dei loro fallimenti, come il fallito tentativo di assassinio di Sergei Skripal, o il fallito colpo di stato in Montenegro, i membri dell’unità possono apparire poco “professionistici”, anche perché hanno lasciato tracce che ci permettono di risalire agli autori.

Ma questi pochi clamorosi fallimenti non significano molto per Mosca. In primis perché non sappiamo quante altre missioni siano state portate a termine con successo, e poi perché – anche in caso di fallimento – consente alla Federazione russa di inviare un segnale alle altre potenze europee. È un modo per indicare all’Europa che può agire sul suo suolo. Non va dimenticato che dal 2014 – e dall’invasione della Crimea – la Russia si considera in conflitto con l’Occidente.

La Russia ha un servizio formale di Intelligence militare da più di duecento anni, da quando l’”Ufficio speciale” fu istituito durante le guerre napoleoniche.

Dopo la Rivoluzione del 1917, fu riorganizzato e divenne noto come “GRU” nel 1942, al culmine della seconda guerra mondiale, quando fu incaricato di raccogliere informazioni all’estero sulla Germania e sui suoi alleati. Durante la Guerra Fredda, uno dei suoi primi notevoli successi fu quello di penetrare nel programma atomico britannico.

Più specificamente, la Russia ha quattro principali servizi di intelligence e sicurezza. Tre di loro riferiscono direttamente al Presidente. Si tratta del Servizio di intelligence esterno (SVR), del Servizio federale di sicurezza (FSB) e dell’Amministrazione federale della protezione (UST). E poi c’è il summenzionato “GRU”, il Servizio di Intelligence militare. Dal punto di vista organizzativo, fa parte dello Stato maggiore russo. Ciò significa anche che il capo del GRU è subordinato al Comando militare russo, riferendo al Ministro della Difesa e al Capo di Stato Maggiore.

In queste righe, siamo interessati all’”Unità 29155”, che – come detto sopra – è responsabile di spionaggio, hackeraggio e omicidi, con lo scopo di destabilizzare gli Stati europei.

L’intelligence militare del “GRU” è responsabile di operazioni complesse e ad alto rischio. Il Comandante del “GRU”, che attualmente è l’Ammiraglio Igor Olegovich Kostyukov, a differenza dei Capi delle altre organizzazioni citate, non ha incontri prefissati in cui deve informare il Presidente russo su tutte le operazioni in corso. Secondo gli esperti di sicurezza cechi, tuttavia, nel caso di Vrbětice, è improbabile che la leadership russa, compreso il suo Presidente, non fosse a conoscenza dell’azione.

Il “GRU” non utilizza solo agenti, ma ha ai suoi ordini circa venticinquemila soldati “Spetsnaz”, che, a seconda della loro affiliazione con varie unità, hanno anche compiti diversi, dalla protezione degli alti funzionari governativi alle azioni diversive mirate all’estero. Nella struttura di questa organizzazione troviamo “Unità” che si occupano anche di operazioni segrete nello spazio e in mare, di intercettazioni radio, di informatica, hackeraggio e falsificazione di documenti. Gestisce anche l’”Accademia Diplomatica Militare”, le cui tre facoltà addestrano ufficiali dell’Intelligence operativa e tattica, addetti militari e agenti con copertura diplomatica per le ambasciate russe all’estero.

Gli ufficiali dell’Intelligence tattico-operativa, vengono classificati in base alla loro specializzazione in “unità” contraddistinte da un numero. 

Sembra che l’”Unità 29155” sia stata fondata in occasione della guerra russa con la Georgia, scoppiata nel 2008 a causa dell’influenza sull’Ossezia meridionale. L’esercito russo ha vinto, ma è stata una vittoria piena di problemi di comando e controllo, con un coordinamento insufficiente tra i diversi Servizi di Intelligence, oltre allo scarso valore delle informazioni sull’esercito georgiano. Gran parte della responsabilità di tutto ciò è stata attribuita al “GRU”. L’insoddisfazione dell’Alto Comando portò ad una riforma delle Forze Armate e dei Servizi di Intelligence. In questo contesto, con grande probabilità, è stata formata l’”Unità 29155”. Tuttavia, i maggiori cambiamenti del “GRU” sono avvenuti dopo che il Colonnello Igor Dmitrijevič Sergun è stato nominato, nel 2011, con decreto presidenziale.

Sergun ha convinto il Presidente russo Putin a porre le truppe di “Spetsnaz” sotto il suo comando. Probabilmente Sergun è anche dietro lo scatenamento della guerra asimmetrica che la Russia sta conducendo ora contro i Paesi dell’UE. 

I reparti speciali (“Spetsnaz”) hanno svolto un ruolo importante nell’occupazione della Crimea e lo stesso Sergun è stato coinvolto nella pianificazione di operazioni nelle regioni di Donetsk e Luhansk contro l’Ucraina e in operazioni militari in Siria. A causa delle priorità che egli riservava al “GRU”, ovvero condurre operazioni che comprendessero assassinii, diversioni, provocazioni politiche, guerra cibernetica etc., l’”Unità 29155” iniziò ad acquisire importanza.

Secondo i media occidentali, tra cui Reuters, l’”Unità 29155” è una élite del “GRU” che conduce operazioni sensibili all’estero.

Secondo le informazioni disponibili, il comandante dell’”Unità 29155” è il Maggiore Generale Andrei Averyanov, e la vera forza d’attacco che opera fuori dalla Russia è composta da non più di una ventina di agenti.

Sfortunatamente per l’Intelligence, il commercio di dati piratati e “phishati” è fiorente in Russia. Database di registrazioni di volo, dati doganali, informazioni sui passaporti, immatricolazioni di automobili … hanno aiutato a cercare le attività degli agenti russi all’estero. I Servizi russi hanno un problema: si può acquistare praticamente qualsiasi informazione. 

Gli eventi subiscono un’impennata con l’annessione russa della Crimea ucraina e i disordini filo-russi nell’Ucraina orientale nel 2014. Il caso delle esplosioni di Vrbětice si è verificato nell’ottobre dello stesso anno. In tutti questi accadimenti, le unità “GRU” e “Spetsnaz” hanno giocato un ruolo importante (nel caso di Vrbětice, però, non era ancora noto) e per la prima volta possiamo incontrare il nome Anatoly Vladimirovich Chepiga, che ora è un colonnello del “GRU”. Ha anche ricevuto il titolo di Eroe della Federazione Russa nel 2014, ufficialmente per la “partecipazione a missioni di mantenimento della pace”, ufficiosamente per il salvataggio dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, fuggito in Russia dopo il suo rovesciamento. Anche Chepiga, che appare più spesso sotto il nome di Ruslan Boširov, si è trasferito sulla scena poco prima delle esplosioni a Vrbětice con il suo collaboratore Alexander Mishkin, che usa lo pseudonimo di Alexander Petrov.

Chepiga è stato anche molto attivo come “eroe russo”. Nel 2018, il governo turco ha pubblicato i video dell’assassinio del comandante ceceno Abdulwahid Edelgirev, ucciso a colpi di arma da fuoco a Istanbul nel 2015, e poi accoltellato. Durante la sparatoria, Ruslan Boširov, cioè Čepiga, è stato identificato come l’aggressore. Nello stesso anno, sono stati fatti due tentativi di avvelenare il trafficante d’armi bulgaro Emilian Gebrev, associato all’acquisto di attrezzature militari da stoccare a Vrbětice. Gebrev è sempre sopravvissuto e un’indagine bulgara ha dimostrato che il principale sospettato, un membro dell’”Unità 29155”, Sergei Fedotov, si è sempre trasferito nelle vicinanze degli eventi.

Denis Sergeyev, Alexei Kalinin e Mikhail Opryshko erano attivi a Barcellona durante il referendum sull’indipendenza della Catalogna, nel 2017, come confermato dalla Corte suprema spagnola durante le indagini. Sergeyev comandava anche una piccola unità, che comprendeva vecchie conoscenze di Chepiga e del suo complice Mishkin, arrivato a Salisbury, in Gran Bretagna, nel marzo 2018 per avvelenare il famoso disertore russo Sergei Skripal .

L’uso di sostanze venefiche in Inghilterra e di armi chimiche da parte della Russia nel conflitto siriano è stato oggetto di indagine da parte della Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons (OPCW) dell’Aia. Nell’aprile 2018, quattro agenti del “GRU” sono arrivati ​​nei Paesi Bassi con copertura diplomatica. Tra l’11 e il 12 aprile hanno visitato la sede dell’OPCW e prenotato camere nell’hotel adiacente. Erano dotati di apparecchiature ad alta tecnologia che potevano essere utilizzate per penetrare nella rete di computer dell’OPCW. Con la collaborazione dei Servizi britannici, gli uomini sono stati arrestati ed espulsi.

E ancora. Due ufficiali del “GRU” sono stati incriminati in Montenegro per aver tentato di rovesciare il Primo ministro filo-occidentale nell’ottobre del 2016. Nel giugno 2017, la Moldova ha espulso cinque agenti del “GRU” con copertura diplomatica dall’ambasciata russa a Chisinau, mentre cercavano di reclutare uomini dalla Gagauzia, nel sud della Moldova, per combattere nel conflitto in corso con l’Ucraina. Nel dicembre 2019, il quotidiano francese “Le Monde” ha dichiarato che uno sforzo congiunto dei servizi di intelligence occidentali aveva scoperto una base nella regione francese dell’Auvergne-Rhône-Alpes appartenente ai membri dell’”Unità 29155” per agire in tutta Europa[3]. Sono stati identificati quindici agenti che hanno utilizzato questa base, tra cui Alexander Petrov e Ruslan Boshirov.

Le testimonianze – giornalistiche e investigative – riportate sopra indicherebbero, dunque, la presenza e l’operatività della famigerata “Unità 29155” nella Repubblica Ceca, nel corso degli anni, ma anche in altre Stati dell’Europa. Se la responsabilità di detta unità nell’esplosione avvenuta a Vrbětice resta da dimostrare, cioè siamo in attesa che la Repubblica ceca produca le prove di cui dice di essere in possesso, in accadimenti occorsi in altri Stati europei è già stata dimostrata.

Naturalmente, ogni Stato del mondo possiede dei “presidi” deputati all’intelligence al fine di proteggere la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini, sia all’interno che all’estero. Ma è altrettanto vero che non tutti i Servizi di Informazione, o parte di essi, abbiano lo stesso modus operandi e gli stessi obiettivi. Nel caso brevemente trattato e limitato alla Repubblica ceca, abbiamo osservato come opera una specifica “Unità” che, senza tema di smentita, si muove in maniera molto discutibile, anzi sanzionabile. 

[1]Le Monde, “La Haute-Savoie, camp de base d’espions russes spécialisés dans les assassinats ciblés”, 4 dicembre 2019; articolo consultabile al seguente link : https://www.lemonde.fr/international/article/2019/12/04/la-haute-savoie-camp-de-base-d-espions-russes_6021648_3210.html

[2]The New York Times, “Top Secret Russian Unit Seeks to Destabilize Europe, Security Officials Say”, articolo pubblicato l’8 ottobre 2019 e aggiornato il 16 nov. 2020; link: https://www.nytimes.com/2019/10/08/world/europe/unit-29155-russia-gru.html

[3]Cfr.  https://www.lemonde.fr/international/article/2019/12/04/la-haute-savoie-camp-de-base-d-espions-russes_6021648_3210.html