La dichiarazione di Sydney come possibile risposta all’errore tecnico-scientifico

Christian Pallante - 24/04/2024

Christian Pallante –

 

Sulla scorta dei problemi creatosi con il propagatosi dell’errore tecnico-scientifico – ossia di quelle misconduct che possono inficiare il valore probatorio delle tracce – non può non sottolinearsi l’impatto della Sydney Declaration, presentata al meeting del 2023 dell’International Association of Forensic Sciences (IAFS) di Sydney.

Più in particolare, si tratta di un documento con cui un gruppo di sedici esperti della materia cerca di fornire una risposta a dette derive. 

Un concetto alquanto raro per l’ambito criminalistico ma tipico della materia “giuridica”. Invero, in materia si registra soltanto un’altra dichiarazione, ossia la c.d. Ne’Urim Declaration del 1973, discussa il 29 giugno 1995, in cui circa trenta esperti si trovarono a dibattere in merito alla validità dell’identificazione di due impronte, sancendo il principio secondo cui “No scientific basis exists for requiring that a pre-determined number of friction ridge features must be present in two impressions in order to establish a positive identification”, dando avvio a quella che viene considerata la nuova concezione olistica in dattiloscopia.

La dichiarazione si apre con una riflessione sul contesto di riferimento dell’azione tecnico-scientifica. In particolare, gli autori partono dai progressi della criminalistica che hanno permesso la risoluzione e la prevenzione di reati complessi, ma al tempo stesso riconoscono la necessità di riflettere sull’essenza delle scienze forensi e sul loro impatto, considerando le esigue occasioni in cui si siano poste riflessioni di tal tipo.

Intanto, il concetto di Forensic Science viene completamente ridefinito, diventando così “l’attività di ricerca orientata basata su casi (o su una molteplicità di casi) che utilizza i principi scientifici per studiare le tracce – i resti di attività passate (come la presenza o le azioni di un individuo) – tramite il loro rilevamento, il loro riconoscimento, il loro repertamento, il loro esame e la loro interpretazione, al fine di comprendere eventi anomali di interesse pubblico (come crimini e incidenti di sicurezza)”.

La definizione appare molto più ampia rispetto al passato, dove si parlava soltanto dell’applicazione di metodi e tecniche scientifiche per la risoluzione di controversie giudiziarie.

Così come concepita nella dichiarazione, essa si compone al suo interno di alcuni corollari, quali la non riproducibilità delle attività esperite, la necessaria prossimità temporale tra le operazioni svolte dallo scienziato forense e le investigazioni occorse sulla scena criminis e, infine, lo studiare tracce riferite a eventi del passato per fini ricostruttivi.

La dichiarazione viene completata con l’inserimento di sette principi fondamentali della scienza criminalistica. Questi assiomi mirano a ricostruire le corrette operazioni criminalistiche da svolgere, cercando di riscoprire l’essenza delle scienze forensi.

In questo modo, gli autori evidenziano il “nocciolo duro” della scienza delle tracce, partendo dal principio di Locard e dalla necessità di scientificità nelle indagini, fino a giungere al ragionamento abduttivo e alla multidisciplinarietà del mondo tecnico-scientifico. Il punto di partenza, infatti, resta sempre la scientificità dell’analisi della scena del crimine, considerando come il suo studio sia l’elemento centrale dell’investigazione.

Esaminando con maggiore precisione i principi della dichiarazione di Sydney, essi si suddividono in:

 

  1. Activity and presence produce traces that are fundamental vectors of information

L’attività e la presenza producono tracce che sono fondamentali vettori di informazioni

 

Considerando l’importanza del principio di interscambio, fondamentale nello studio della scena criminis, la traccia torna ad essere il perno centrale dell’azione investigativa come vettore di informazioni, adattandosi ai nuovi contesti criminosi – vale a dire quelli digitali –, mediante il suo rilevamento, il suo esame e la sua valutazione. A tal proposito, occorre ricordare che la traccia segue un suo sviluppo per trasformarsi in vero e proprio vettore.

Generalmente, infatti, la sua evoluzione viene schematizzata in quattro passaggi:

  • Inizialmente l’elemento probatorio è una traccia presente sulla scena criminis;
  • Successivamente si trasforma in sign, cioè in una traccia rilevante;
  • Poi si tramuta in clue, vale a dire in un’informazione creata dalla sua analisi e interpretazione;
  • Infine, con il suo ingresso nella fase processuale e con l’instaurarsi del contraddittorio diventa evidence, ossia prova a tutti gli effetti.

 

  1. Scene investigation is a scientific and diagnostic endeavour requiring scientific expertise

L’indagine sulla scena del crimine è uno sforzo scientifico e diagnostico che richiede conoscenze scientifiche

 

Il principio in esame porta ad una prima riflessione sul lavoro svolto sul locus commissi delicti. Partendo dall’obiettivo di ogni attività sulla scena – ovvero il cercare di ricostruire la catena di eventi che ha prodotto il crimine, mediante l’ausilio degli elementi probatori rinvenuti – e dalla complessità di combinare le tracce per ridurre il numero di potenziali spiegazioni in merito alla loro presenza, appaiono vitali sia la conoscenza scientifica che la capacità di osservazione. Queste ultime possono essere potenziate tramite le nuove strumentazioni – come l’impiego delle luci forensi – ma dovranno, al contempo, essere le componenti essenziali di ciascun operatore sulla scena.

 

 

  1. Forensic science is case-based and reliant on scientific knowledge, investigative methodology and logical reasoning

La scienza forense è basata sui casi e fa affidamento sulla conoscenza scientifica, sulla metodologia investigativa e sul ragionamento logico

 

La struttura di questo terzo assioma è al quanto singolare. Esso, infatti, ribadisce in primis la concezione casistica della criminalistica, tale per cui la scena del crimine è connotata dal carattere di unicità – vale a dire che gli eventi si producono in maniera univoca e che le tracce si presentano sul locus diversamente a seconda della dinamica creatasi –, ed è posto in relazione diretta con il caso in esame. L’approccio, invece, deve essere connotato dalla conoscenza scientifica, la quale funge da faro guida per le attività esperite sul locus commissi delicti. Ciò risulta fondamentale per lo studio della scena. Infatti, partendo da una logica abduttiva, gli investigatori hanno l’onere di testare le ipotesi formulate mettendole in relazione con le evidenze raccolte, giungendo al cd. falsificazionismo – ovvero riconoscendo i limiti della scienza.

Una falla nel ragionamento e nelle supposizioni svolte, oppure uno spingersi oltre detti confini porta ad un crollo della metodologia investigativa, tale da pregiudicare il corretto svolgimento delle indagini.

 

  1. Forensic science is an assessment of findings in context due to time asymmetry

La scienza forense è una valutazione dei risultati nel contesto creato dall’asimmetria temporale

 

Il contesto diviene argomento centrale del lavoro sulla scena criminis. Quest’ultimo rappresenta l’elemento in grado di permeare la traccia di pieno significato.

Risulta fondamentale, al contempo, considerare come esso sia direttamente dipendente dal tempo. Se da un lato, le azioni descritte dalle evidenze sono riferibili al passato, dall’altro non deve dimenticarsi che suddetto fenomeno condiziona il valore delle tracce. Infatti, il fattore temporale può influenzare la qualità degli elementi probatori, finanche a giungere alla degradazione della traccia stessa.

Non a caso, gli autori richiedono che “Forensic scientists cannot determine with certainty the definitive circumstances surrounding a trace, but only assess the relative value of associated findings under different plausible causes or scenarios”, evidenziando come queste attività debbano essere connotate da trasparenza e rigore scientifico per un loro pieno sviluppo.

 

  1. Forensic science deals with a continuum of uncertainties

La scienza forense si occupa di un continuum di incertezze

 

L’investigazione tecnico-scientifica è connotata dall’incertezza. Questa condizione parte dal momento in cui vengono generate le tracce e copre tutta l’indagine, fino al momento in cui vengono comunicati i risultati.

Bisogna tener presente che l’incertezza non sarà mai estirpata del tutto. La ricerca può senz’altro costituire l’elemento chiarificatore per individuare il valore probatorio delle evidenze, ma il fattore temporale continuerà comunque a produrre possibili incertezze.

 

  1. Forensic science has multi-dimensional purposes and contributions

La scienza forense ha scopi e contributi multidimensionali

 

La concezione multidimensionale della criminalistica è il cuore della sua azione. Occorre ricordare che la scienza delle tracce opera in un’ottica più ampia – ovvero multidisciplinare –, ove pone i suoi risultati in relazione alle risultanze delle altre discipline, costituendo così un puzzle più ampio e completo. Gli autori, a tal proposito, riportano il suo contributo in tre macro aree, quali i crimini di allarme sociale, le indagini su incidenti e i procedimenti penali.

Le scienze forensi, però, giocano un ruolo anche nella funzione di prevenzione dei reati. Gli esperti, infatti, riflettono sulla possibilità di studiare la genesi dei reati, partendo dalla formazione delle tracce, al fine di creare iniziative di contrasto alla criminalità.

 

  1. Forensic Science findings acquire meaning in context

I risultati della scienza forense acquisiscono significato nel contesto.

 

La scelta di chiudere la dichiarazione con questo principio appare di vitale importanza. Innanzitutto, il contesto torna ad essere il pivot dell’analisi delle tracce, come già descritto nel terzo corollario. Anche se questa visione non è accettata universalmente dalla comunità scientifica, nasconde un significato molto profondo.

Ciò è dovuto al fatto che l’assioma richiede una condotta imparziale, trasparente e indipendente da parte degli scienziati forensi, oltre a un’integrità in termini di veridicità dei risultati raggiunti. Detto aspetto connota l’informazione di un alto valore probatorio, rispondendo alle necessità di qualità nelle attività criminalistiche.

Infatti, gli specialisti devono spiegare in maniera chiara come sono giunti alle loro conclusioni, in modo da far comprendere i passaggi e da rendere riproducibile l’analisi logica e gli esperimenti svolti – come ampiamente richiesto dal metodo scientifico.

Al tempo stesso, gli esperti devono difendere le loro argomentazioni, cercando di riconoscere le alternative plausibili. A tal proposito viene consigliato di considerare almeno due proposte alternative capaci di dare una possibile risposta.

In altre parole, l’aspetto etico diventa il fulcro dell’intero assetto tecnico-scientifico. Più l’investigatore rispetta e comprende i limiti della criminalistica e, quindi, della scienza, più i suoi risultati saranno inattaccabili.

Al contempo, va segnalata anche la nuova strategia elaborata dall’ENFSI nel 2021, denominata “Vision of the European Forensic Science Area 2030”, contraddistinta dal motto “Improving the Reliability and Validity of Forensic Science and Fostering the Implementation of Emerging Technologies” – in cui l’ENFSI mostra di aver compreso la crisi del settore e cerca di fornire possibili strumenti di contrasto all’errore, puntando al 2030 come anno chiave.

Quest’ultima è strutturata in tre pilastri, quali:

  • Meeting the Future, ove il network include l’uso di nuove tecnologie e strumentazioni nelle scienze forensi, dell’intelligenza artificiale, della biometria e dell’industria 4.0;
  • Strengthening the impact of forensic results, in cui l’ENFSI dà maggiore importanza alla raccolta e al trasferimento di dati tramite le banche dati, allo studio della persistenza delle tracce e all’applicazione della criminalistica nel contrasto ai fenomeni migratori;
  • Demonstrating Reliability in Forensic Results, la quale rappresenta la parte principale della risposta alla crisi delle scienze forensi. Infatti, in questo pilastro vengono racchiusi i concetti legati all’assicurazione della qualità e della competenza, ai principi fondamentali della scienza delle tracce – con precipuo riferimento al comprendere i tassi di errore per fortificare le singole discipline – e agli errori tecnico-scientifici commessi nell’arco dell’intero procedimento penale.

La dichiarazione di Sydney, così come la visione dell’ENFSI, rappresentano dei possibili punti di svolta per superare le criticità del comparto criminalistico, ponendo al centro i temi principali della scienza delle tracce. Sebbene si tratti di strumenti non vincolanti, sarà compito degli operatori riuscire a rendere effettivi i principi riportati e portare, finalmente, a un pieno arginamento delle défaillances scientifiche, favorendo l’uscita dalla c.d. “age of chaos”.

 

Bibliografia essenziale

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