Covid-19: un catalizzatore di nuove opportunità per i mercati della droga e della criminalità farmaceutica

Di Gaia Natarelli - 05/11/2021

La diffusione globale dell’infezione da Covid-19 non ha lasciato esente dalle sue ripercussioni nessuna dimensione dell’agire umano. Nemmeno le attività illegali delle associazioni criminose, le quali, dopo un primo shock temporaneo, hanno ricevuto nuova linfa dalle opportunità illecite emergenti.

Nell’immediato, le misure di blocco imposte all’interno dei diversi Paesi, hanno provocato un decremento di alcune attività delle organizzazioni criminali transnazionali, come il traffico di esseri umani e il commercio illecito di armi. Viceversa, più avanti, considerevoli sono stati gli effetti della stangata subita dal sistema economico, poiché la crisi di insolvenza sviluppata dalle imprese ha permesso alle organizzazioni criminali di infiltrarsi nell’economia legale, aumentando così i profitti da destinare alle proprie attività irregolari. E in generale, la ripresa del dinamismo criminale è stata favorita dalla capacità di adattamento delle organizzazioni che hanno coordinato la propria condotta alle nuove realtà imposte dalla Covid-19.

Interessante è l’evoluzione conosciuta dai mercati della droga, che complessivamente si sono mostrati resilienti. Nello specifico, le ripercussioni della pandemia sui traffici transnazionali si sono diversificate in funzione della regione interessata e della droga commercializzata.

Per esempio, la produzione di oppio non si è fermata durante la pandemia. E l’itinerario balcanico si è confermato come principale rotta del traffico di oppiacei afghani. Così come il suo ramo caucasico ha mantenuto inalterato il ruolo di collegamento con i mercati europei[1]. La supply chain di prodotti correlati alla cocaina è stata invece interrotta durante le prime restrizioni e la sua produzione è ripresa solo dopo che queste ultime sono state allentate. Non a caso in Colombia e Perù è stato registrato un calo dei prezzi delle foglie di coca[2].

Tra i metodi utilizzati per il narcotraffico, sicuramente il più colpito è stato il traffico aereo. Una modalità come il trasporto intracorporeo è stata profondamente influenzata dalla forte riduzione del traffico aereo internazionale registrata tra marzo e aprile 2020. I narcotrafficanti, in pratica, sono stati costretti a individuare nuove rotte o a implementarne altre già esistenti, come le rotte marittime. Il Centro di informazione e coordinamento regionale dell’Asia centrale per la lotta al traffico illecito di stupefacenti (CARICC),infatti, ritiene che l’aumento di sequestri dell’eroina nell’Oceano Indiano sia il segnale di un aumento dell’utilizzo delle rotte marittime per il traffico dell’eroina verso l’Europa[3]. Il traffico via terra sarebbe diventato meno sicuro con le misure imposte dalla pandemia.

Un’altra tendenza che si è dimostrata crescente è la vendita di droga sui mercati del darkweb. E proprio questa rete è stata protagonista, insieme a piattaforme e-commerce, farmacie-canaglia e servizi di messaggistica, delle dinamiche relative al crimine farmaceutico. Un fenomeno che è diventato per i gruppi criminali uno dei principali mezzi per reinventarsi in epoca Covid. In sostanza il divario tra domanda e offerta di farmaci e prodotti medici, che è emerso all’inizio della pandemia, ha indotto le organizzazioni criminali più piccole a stimolare i profitti derivanti da tale “condizione favorevole”[4]. Nello specifico, questi gruppi criminali organizzati hanno agito su due differenti piani: sia commercializzando prodotti medici contraffatti, sia truffando i compratori online, tramite l’offerta di forniture mediche rivelatesi poi inesistenti. I dispositivi di protezione individuale e i medicinali associati a Covid, come la clorochina, sono stati i più diffusi. Tra le altre cose, mentre in Spagna e in Italia venivano sequestrate mascherine mediche falsificate, un cartello messicano si impegnava a promuovere la produzione di medicinali falsi, per poi costringere le farmacie a venderli. Inoltre, molti gruppi criminali si sono impegnati nella distribuzione di aiuti per rafforzare la propria governance. Così facendo hanno sottolineato le debolezze dei propri governi e, contemporaneamente, hanno consolidato la loro presa sui territori in cui operano[5]. In Italia, questo modus operandi è stato portato avanti dalle associazioni mafiose.

Soprattutto, il crimine farmaceutico è stato veicolo di minacce informatiche: distribuzione di malware e attacchi di phishing sono solo alcuni dei crimini informatici messi in atto.

La risposta alle emergenti sfide criminose si fonda naturalmente sulla cooperazione internazionale. INTERPOL ha inferto un terribile colpo, sequestrando oltre 34.000 beni medici contraffatti con Pangea XIII[6], un’operazione globale portata avanti a marzo 2020. In ambito europeo è stata infatti avanzata la necessità di rafforzare la Medi Crime Convention[7],uno strumento giuridico-operativo, siglato a Mosca già nel 2011. È chiaro ormai che gli spazi ostili plasmati dalla pandemia, rischiano di diventare delle tendenze consolidate nel lungo periodo. Tra le sfide più insidiose, particolare attenzione dovrà essere indirizzata alla minaccia informatica. Il balzo esaltante che si sta sperimentando sul fronte della trasformazione digitale combinato con gli interessi crescenti dei gruppi criminali nel settore farmaceutico in era Covid, fa sì che le infrastrutture sanitarie pubbliche e le aziende farmaceutiche siano sostanziali punti critici. È necessario, come priorità irrinunciabile, implementare una risposta globale e unitaria per scongiurare cyberattacchi a loro danno.

[1]United Nations Publication, World Drug Report 2021.

[2]ibidem.

[3] UNODC Research and Trend Analysis Branch, Covid-19 and the drug supply chain: from production and trafficking to use, 2020.

[4] UNODC Research and Trend Analysis Branch and UNODC Global Research Network, COVID-19-related Trafficking of Medical Products as a Threat to Public Health, 2020.

[5] UNODC Research and Trend Analysis Branch, The impact of Covid-19 on Organized Crime, 2020.

[6] Interpol, Annual Report 2020.

[7]Comunicato AIFA n. 212 – Convenzione Medicrime contro la contraffazione dei farmaci siglata oggi a Mosca alla presenza dell’AIFA e dei NAS, 2011.